Youth Worker formati in università? in questi paesi accade…

Youth Worker in Europa

 

In Italia sappiamo che chi lavora con i giovani (in altri paesi, lo youth worker)  ha un background formativo molto variegato: educatori, animatori, antropologi, periti industriali, psicologi, architetti… Ma negli altri paesi europei?

Oggi inizierò a raccontare cosa avviene in un paese molto lontano da noi, la Finlandia, dove ho intervistato Sari Höylä, simpaticissima Senior Lecturer a HUMAK – University of Applied Sciences – Helsinki. Sari è membro dello Youthpass Advisory Group della Commissione Europea di cui faccio parte anch’io.

La formazione in generale

D: Sari, gli youth worker che tipo di formazione hanno in Finlandia?

R:  Il nostro livello di Bachelor (corrispondente alla nostra triennale – ndr) si chiama Civic Activities and Youth Work e richiede 3 e ½ e, dal punto di vista dei crediti formativi corrisponde a  210 ects.

Grazie alla nostra normativa gli studenti laureati dovrebbero lavorare sul campo almeno 3 anni prima di essere in grado di prender parte ad una specialistica (Master degree) fatta dalle Università di scienze applicate.

Nel nostro caso si chiama “Master degree NGO and Youth Work” e dura almeno 2 anni e vale 90 ects.

Pratica nel lavoro

D: quindi mi stai dicendo che i neolaureati sono spinti a fare pratica prima di proseguire gli studi?

R: certamente! del resto, anche a livello di Bachelor facciamo stage anche all’estero. Abbiamo, per dire, un semestre internazionale dove cerchiamo di formare competenze interculturali e di lavoro in contesti aperti ai nostri studenti.

D: Questa è una innovazione molto interessante rispetto ai nostri percorsi, che al massimo usano l’Erasmus per fare un semestre in un’altra università, non a fare youth work all’estero! Ma come è strutturato il percorso del Bachelor?

R: Innanzitutto, bisogna segnalare che con il progredire degli studi, gli studenti sviluppano costantemente le loro competenze professionali in vari settori della società, ambienti operativi internazionali e multiculturali, comunità diverse, social media e lavoro online in tempo reale.

Obiettivo della formazione

L’obiettivo principale degli studi è lo sviluppo delle capacità lavorative generali e il graduale miglioramento delle capacità professionali necessarie nelle ONG e nello Youth Work. In accordo con la percezione integrativa dell’apprendimento, l’obiettivo è rafforzare la conoscenza teorica, pratica, socio-culturale e autoregolata degli studenti durante gli studi.
Gli obiettivi guida del curriculum includono un maggiore autocontrollo, una crescita professionale orientata alla vita lavorativa e competenze professionali rafforzate degli studenti.

D: ci sono diversità negli anni di studio?

R: certamente. Gli studi del primo anno iniziano con studi multidisciplinari comuni offerti da Humak, con l’obiettivo di introdurre gli studenti alla pedagogia di Humak e all’insegnamento basato sul gruppo di formazione e prepararli per il lavoro multidisciplinare tra programmi di formazione. Gli studenti sono anche familiarizzati con il know-how professionale multidisciplinare che costituisce la base delle attività civiche e delle ONG e del lavoro giovanile. Gli studi di educatore di comunità e gli studi professionali comuni completati durante il primo anno sono la base delle ONG professionali e del lavoro giovanile.

Il secondo anno

Nel secondo anno, gli studenti continuano a costruire il loro know-how professionale e si concentrano sul miglioramento sistematico e orientato agli obiettivi. Gli studi professionali disponibili offrono loro l’opportunità di migliorare il loro know-how pratico e le abilità socioculturali necessarie nelle ONG e nel lavoro giovanile. Gli studenti possono anche scegliere studi opzionali inclusi nei loro programmi di laurea Humak o in altri corsi offerti da altre università di scienze applicate.

Durante il secondo anno di studio, gli studenti Youth Worker lavorano sempre più spesso in autentici ambienti di apprendimento della vita lavorativa. Ove possibile, gli studenti possono lavorare in importanti eventi nazionali o in seminari organizzati nel proprio settore. Migliorare costantemente le capacità professionali e il suo rapporto con la condivisione e la riflessione delle esperienze lavorative maturate in gruppi di formazione e seminari, facilita il continuo rafforzamento della base di conoscenze teoriche e pratiche degli studenti.
Nel terzo anno, gli studenti si concentrano sugli studi di specializzazione professionale e migliorano il loro know-how e le loro competenze professionali nel loro campo professionale, con un chiaro focus su ONG o sullo Youth Work. I compiti che richiedono un lavoro indipendente e una gestione completa delle attività diventano più frequenti, con l’obiettivo di rafforzare le capacità di autoregolamentazione.

La valutazione

D: e la valutazione come avviene?

R: La crescita professionale degli Youth Worker di comunità è un processo che continua durante gli studi. Vengono fissati obiettivi per la crescita professionale e la crescita viene valutata attraverso discussioni sullo sviluppo e valutazioni basate sulle competenze; questi sono fatti ogni anno accademico.

D: ci dicevamo che c’è anche una possibilità di studio o pratica a livello internazionale. Come avviene?

R: Ove applicabile, gli studi per Youth Worker completati in ambienti operativi internazionali e multiculturali in Finlandia e all’estero sono completati in conformità e integrati con le unità di studio incluse nel programma.

Questi includono un modulo di studio del semestre internazionale di 30 ECTS. Gli studi completati in un istituto di istruzione straniera o attraverso la formazione pratica possono essere inclusi in questo modulo, utilizzando gli obiettivi ei contenuti specificati dall’istituzione straniera, che devono essere compatibili con il programma di laurea in attività civiche e lavoro giovanile. L’obiettivo è che ogni studente all’interno del programma completi un minimo di 30 ECTS di studi internazionali e / o multiculturali.

D: grazie mille, Sari! una prossima volta ti chiederò delle novità che mi annunciavi in corso per il futuro!

R: prego, a disposizione! ed in bocca al lupo per gli youth worker italiani!

Habemus Youth Wiki! Grazie, Commissione Europea!

Oggi, 12 dicembre 2017, dalle 14,30 alle 16,30, sarà presentato dalla Commissione Europea (visibile in streaming qui) lo Youth Wiki,  una nuova piattaforma online che raccoglie informazioni sulle politiche giovanili in tutta Europa, sostenute dalla direzione generale della Commissione Europea per l’istruzione, la gioventù, lo sport e la cultura. La piattaforma è un database completo sulle strutture nazionali, le politiche e le azioni a sostegno dei giovani. Copre gli otto campi d’azione identificati nella strategia dell’UE per la gioventù 2010-2018: istruzione e formazione, occupazione e imprenditorialità, salute e benessere, partecipazione, attività di volontariato, inclusione sociale, gioventù e il mondo, creatività e cultura.

Dal sito (in inglese) scopriamo che:

Lo Youth Wiki è una piattaforma online che presenta informazioni sulle politiche giovanili dei paesi europei.

L’obiettivo principale del Wiki della gioventù è sostenere la cooperazione europea basata sull’evidenza nel campo della gioventù. Lo fa fornendo informazioni sulle politiche nazionali a sostegno dei giovani – in un modo facile da usare e continuamente aggiornato – in seguito all’adozione del quadro rinnovato per la cooperazione europea nel settore della gioventù 2010-2018 (strategia dell’UE per la gioventù).

Lo scopo generale è quello di aiutare la Commissione Europea e gli Stati membri nel loro processo decisionale, fornendo informazioni sullo stato di avanzamento delle riforme e delle iniziative. La raccolta di informazioni qualitative consente inoltre lo scambio di informazioni e approcci innovativi e può confermare le attività di apprendimento tra pari.

Attualmente, 27 paesi partecipano al Wiki della gioventù.

Tutto molto bello e interessante. Un solo neo: l’Italia dov’è?

Buona visione!

Cosa fa lo Youth Work oggi?

Ho ripreso ultimamente il documento finale della Convenzione europea sullo Youth Work del 27-30 aprile del 2015 a Bruxelles, in cui più di 500 delegati da tutt’Europa si sono trovati per ragionare sullo youth work e sulle sfide attuali da affrontare.

Mi sono reso conto di alcune intuizioni interessanti che vale la pena divulgare.

Intanto hanno definito alcune dimensioni del ruolo ed impatto dello youth work:

  • favorire l’avanzare della democrazia, dei diritti umani, della cittadinanza, dei valori europei, della partecipazione, delle pari opportunità
  • promuovere la costruzione della pace, della tolleranza, dell’apprendimento interculturale; combattere la radicalizzazione, prevenire l’estremismo
  • affrontare e gestire le ambiguità sociali e personali ed il cambiamento
  • rafforzare le identità e appartenenze positive e l’autonomia
  • sviluppare le soft skills, le competenze e le abilità, coltivando capacità di navigazione e ampliando gli orizzonti personali
  • abilitare le transizioni verso una adultità “di successo”, particolarmente nell’istruzione e nella vita lavorativa
  • cementare l’inclusione sociale e la coesione
  • ingaggiare i giovani in pratiche collaborative, partnership di lavoro e cooperazione cross-settoriale.

Se qualcuno ha dei dubbi su quali possano essere gli “effetti” dello youth work, qui ne ha un elenco abbastanza impressionante.

Un secondo elemento di ispirazione mi è venuto invece rispetto alla considerazione che nel documento si fa su cosa lo youth work debba fare oggi: la risposta è “promuovere spazi” e “costruire ponti”.

Cose da ingegneri e architetti, dunque!

Per capire meglio, cito, traducendolo dall’inglese, il testo a pag. 5:

Il terreno comune dello Youth Work è duplice. In primo luogo, si occupa della creazione di spazi per i giovani. In secondo luogo, fornisce ponti nelle loro vite.
Entrambi gli elementi sono fondamentalmente finalizzati a sostenere lo sviluppo personale dei giovani e a rafforzare il loro coinvolgimento nei processi decisionali a livello locale, regionale, nazionale ed europeo. Si concentrano inoltre sulla promozione dello “spirito civico” e sulle responsabilità condivise tra i giovani attraverso l’uso di attività di apprendimento non formale divertenti e creative.
Oltre a creare spazi autonomi per la pratica del lavoro giovanile, lo Youth Work si occupa anche di permettere ai giovani di creare i propri spazi e di aprire spazi che mancano in altre aree – come scuole, formazione e mercato del lavoro. Analogamente, lo Youth Work svolge un ruolo di collegamento nel sostenere l’integrazione sociale dei giovani, in particolare i giovani a rischio di esclusione sociale. Lo Youth Work fornisce anche supporto e sostegno in altri contesti nella vita dei giovani.
C’è una pressione per specificare e misurare questi e altri risultati del lavoro giovanile. Occorre prestare attenzione ai risultati e incidere su dove possono essere misurati, ma il lavoro con i giovani dovrebbe continuare a concentrarsi sui processi e sui bisogni dei giovani,[…].. La Convenzione ha sottolineato che lo Youth Work contribuisce allo sviluppo di atteggiamenti e valori nei giovani così come di competenze e abilità più tangibili.

Mi pare molto importante rilanciare due questioni che qui emergono:

  • lo scopo dello Youth Work è quello di aprire spazi NON solo per i giovani ma anche in altri contesti per i giovani. Mi pare un insight molto importante per chi lavora con i giovani: non è sufficiente aprire spazi giovanili (e mantenerli, che oggi è difficile) ma che bisogna aprire spazi per i giovani in altri contesti di vita, superando la rigida suddivisione a cui siamo abituati tra youth work, studio e lavoro.
  • in un tempo in cui viene chiesto a tutto il Terzo Settore di misurare l’impatto sociale di ciò che si fa (spesso traducendolo in equivalenze economiche) la Convenzione rimanda che si debba farlo MA senza perdere di vista i processi, che sono l’elemento più prezioso del nostro lavoro.

Per chiudere questa breve riflessione: promuoviamo spazi per i giovani in tutti i loro ambiti di vita (= muoviamoci ed usciamo dai nostri più o meno confortevoli gusci, parliamo con le imprese, con le scuole, con le associazioni di anziani, ecc), costruiamo ponti verso l’adultità (= pensiamo a quali competenze si debba rafforzare per poter diventare adulti MA ANCHE pensiamo a progetti che aiutino questa transizione come nell’uscire di casa, nel trovare lavori più stabili, nel favorire anche l’autoimpiego…).

Per chi volesse leggere tutto il documento, lo trovate qui

 

 

Un gioco può cambiare un quartiere?

 

Come può un gioco cambiare un quartiere, una città, una società? 

Ieri ero ad Empoli per il primo incontro di ricerca sullo Youth Worker di GiovaniSì ed alcuni youth worker hanno iniziato a parlare di calcio sociale.

Un po’ straniti, abbiamo chiesto che cosa fosse questo calcio sociale e allora uno di loro, che abbiamo scoperto essere uno degli animatori ad Empoli di questo fenomeno, ha iniziato a raccontarcelo.

In cosa consiste? è fondamentalmente un modo nuovo di giocare a calcio, modificandone alcune regole che lo fanno diventare uno strumento educativo e di cambiamento.

Come ci raccontavano i protagonisti, l’obiettivo è creare un modello di società più giusto e coeso trasformando i campi di calcio in palestre di vita dove l’integrazione avviene quando le persone disagiate entrano a diretto contatto con persone normodotate. Chi va in campo ha un’età tra i 10 e 90 anni ed è indipendente dalle altre caratteristiche psicofisiche.

Una delle novità è che non ci sono arbitri, è richiesto che ci si autoregoli  sui falli (e cosa c’è di più straordinariamente trasgressivo oggi in Italia che assumersi la propria responsabilità!). Un’altra è che nessuno può segnare più di tre gol a partita: se ne segna un quarto viene annullato. E le squadre sono fatte in modo da renderle equilibrate, e se durante la partita si vede che una delle due è nettamente superiore si rimescolano nuovamente. Perché vincere 10 a 0 non è divertente né per chi vince né per chi perde!

Si riesce a capire come un impianto del genere possa modificare non solo il modo con cui si gioca ma anche il modo con cui si sta nella società. Per questo il Calcio Sociale diventa uno stile di vita basato su accoglienza, giustizia e solidarietà.

I giochi sono sistemi di regole, fondamentalmente non sono altro che sistemi di regole. E’ lo stare dentro le regole che ci permette di costruire ruoli, di pensare strategie e in definitiva di divertirci.

La società è come un grande gioco, è un sistema di regole condivise nel migliore dei casi, o di regole imposte, la maggior parte delle volte.  Cambiare le regole che ci impediscono di crescere e di trovare il nostro posto nel mondo credo che sia un imperativo. Per farlo possiamo fare la rivoluzione. Oppure metterci a giocare a calcio. Anzi, a Calciosociale!

Se volete approfondire, scoprendo i posti dove questo straordinario strumento di cambiamento è già in funzione e sta producendo effetti, andate sul sito di CalcioSociale.

Buona lettura!

 

youth workers in Toscana!

 

Cosa sta succedendo sui territori sul tema dello Youth Work e degli Youth Workers? questa è una delle questioni che questo blog vuole trattare.

Ebbene, iniziamo allora con una iniziativa importante che sta partendo in Toscana settimana prossima. Vediamola allora!

GiovaniSì, progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, ha fatto partire un percorso di riflessione sull’operatore di politiche giovanili che ha ribattezzato come Youth Worker. Ci piace questa sottolineatura nel nome, perché significa una connessione forte con i percorsi che a livello europeo esistono già da tempo e su cui in questo blog vi daremo notizia.

Per intanto, prendiamo qualche notizia dal sito di GiovaniSì su questo percorso specifico, in cui saremo presenti con Miguel Belletti come esperto sul livello europeo:

“Il percorso toscano fa parte di un panorama di azioni più ampio, portato avanti a livello nazionale da “cosedafareconigiovani”, gruppo di lavoro nato all’interno di AssociAnimazione e si inserisce nel quadro delle attività di partecipazione che l’Ufficio Giovanisì porta avanti sul territorio.

La riflessione prevede 4 incontri tematici locali e un evento conclusivo a Firenze. Gli incontri territoriali saranno un momento di riflessione su 4 focus in particolare:

  • definire o ridefinire la figura dello Youth Worker;
  • dar emergere e valorizzare le competenze che uno Youth Worker ha e, al contempo, capire quali di queste sono competenze spendibili al di fuori dei contesti tradizionali;
  • indagare quali, fra le nuove professioni emergenti (innovatori sociali, comunicatori...), possiede caratteristiche che possono confluire nella figura di Youth Worker e, viceversa, cosa gli Youth Worker possono apprendere da queste professioni per migliorare il loro lavoro;
  • come uno Youth Worker può essere la figura di supporto nelle fasi di cambiamento della vita di un giovane e quali le conoscenze che deve avere per accompagnare questi processi.

Gli incontri prevedono la partecipazione, oltre ad alcuni componenti del Tavolo Giovani, anche di soggetti che, a vario titolo, interagiscono con il mondo giovanile (Comuni, Centri per l’Impiego, Informagiovani, Terzo settore, Centri di aggregazione).

Ciascun incontro sarà moderato da Nicola Basile – referente di Associanimazione – che si occupa da anni di innovazione sociale e sviluppo del Terzo settore, partecipazione sociale, politiche giovanili, processi collaborativi e sviluppo di comunità, service design e valutazione degli interventi, realizzando servizi e progettualità con diverse cooperative sociali, associazioni e fondazioni principalmente dell’area milanese, vedrà la partecipazione anche di un esperto sul tema trattato o di una buona prassi per facilitare stimolare la discussione.”

Vi faremo sapere come andrà!