In questi ultimi anni, al posto di alcuni nomi che designavano contesti di lavoro per noi youth worker (extra scuola ad esempio) inevitabilmente sempre pensato in negativo (dove non siamo) ne sono giunti di nuovi, mutuati dal contesto europeo.
Vediamoli un po’ insieme: si tratta dell’educazione formale, non formale e informale. O, per altri, di apprendimento formale, non formale ed informale.
Chiariamo subito però un concetto per me importantissimo: formale, non formale ed informale si riferiscono ai contesti in cui l’educazione o l’apprendimento avviene. Non sono, dal mio punto di vista, diverse modalità di apprendere, anche se è chiaro che il contesto nel quale avvengono i processi non è indifferente rispetto al risultato finale. Ma posso usare modalità attive (che sono quelle che, traslando, vengono individuate come educazione non formale) a scuola, così come posso utilizzare didattiche tradizionali nel lavoro con i giovani in un centro giovanile.
L’anno scorso sono stato coinvolto dall’Agenzia Nazionale Giovani (www.agenziagiovani.it), che è l’ente che gestisce in Italia il programma europeo Erasmus plus per i giovani (diremmo extrascuola, extralavoro…) , in un talk fatto in stile ted (se non li avete mai visti, vi consiglio di guardare subito questo: https://www.ted.com/talks/ken_robinson_says_schools_kill_creativity ) proprio su questo argomento.
Se volete quindi farvi un idea in 18 minuti, guardatelo! e poi, se volete, fatemi sapere cosa ne pensate…
Grazie molte dell’articolo.
Grazie a te della lettura!