Aiutiamo Amanda a capire meglio lo Youth Work!

Chi è Amanda e in cosa vuol capire dallo Youth Work?

sono una studentessa del corso di laurea magistrale di Metodologia, Organizzazione e Valutazione dei Servizi Sociali presso l’Università degli Studi di Trento.

Attualmente mi trovo impegnata nella stesura del mio elaborato finale, dal titolo Youth Work e certificazione delle competenze. Riflessioni sul riconoscimento della professione nel contesto italiano”. La ricerca si propone di analizzare la figura dello Youth Worker (o animatore socioeducativo) nel contesto europeo e italiano, indagando lo stato attuale e le prospettive future di riconoscimento della professione”

Amanda ci chiede di aiutarla a compilare un questionario, che le servirà, una volta elaborato, ad avere un quadro più chiaro della situazione italiana.

Il questionario è qui: se vi prendete un attimo per rispondere, Amanda e il movimento dello Youth Work in Italia vi sarà grato!

Ad Amanda invece chiediamo di raccontarci, a tesi discussa, cosa ha scoperto!

Se invece vi state chiedendo cosa accada in Europa sullo Youth Work, allora potete andare a leggere questo articolo!

 

Un gioco può cambiare un quartiere?

 

Come può un gioco cambiare un quartiere, una città, una società? 

Ieri ero ad Empoli per il primo incontro di ricerca sullo Youth Worker di GiovaniSì ed alcuni youth worker hanno iniziato a parlare di calcio sociale.

Un po’ straniti, abbiamo chiesto che cosa fosse questo calcio sociale e allora uno di loro, che abbiamo scoperto essere uno degli animatori ad Empoli di questo fenomeno, ha iniziato a raccontarcelo.

In cosa consiste? è fondamentalmente un modo nuovo di giocare a calcio, modificandone alcune regole che lo fanno diventare uno strumento educativo e di cambiamento.

Come ci raccontavano i protagonisti, l’obiettivo è creare un modello di società più giusto e coeso trasformando i campi di calcio in palestre di vita dove l’integrazione avviene quando le persone disagiate entrano a diretto contatto con persone normodotate. Chi va in campo ha un’età tra i 10 e 90 anni ed è indipendente dalle altre caratteristiche psicofisiche.

Una delle novità è che non ci sono arbitri, è richiesto che ci si autoregoli  sui falli (e cosa c’è di più straordinariamente trasgressivo oggi in Italia che assumersi la propria responsabilità!). Un’altra è che nessuno può segnare più di tre gol a partita: se ne segna un quarto viene annullato. E le squadre sono fatte in modo da renderle equilibrate, e se durante la partita si vede che una delle due è nettamente superiore si rimescolano nuovamente. Perché vincere 10 a 0 non è divertente né per chi vince né per chi perde!

Si riesce a capire come un impianto del genere possa modificare non solo il modo con cui si gioca ma anche il modo con cui si sta nella società. Per questo il Calcio Sociale diventa uno stile di vita basato su accoglienza, giustizia e solidarietà.

I giochi sono sistemi di regole, fondamentalmente non sono altro che sistemi di regole. E’ lo stare dentro le regole che ci permette di costruire ruoli, di pensare strategie e in definitiva di divertirci.

La società è come un grande gioco, è un sistema di regole condivise nel migliore dei casi, o di regole imposte, la maggior parte delle volte.  Cambiare le regole che ci impediscono di crescere e di trovare il nostro posto nel mondo credo che sia un imperativo. Per farlo possiamo fare la rivoluzione. Oppure metterci a giocare a calcio. Anzi, a Calciosociale!

Se volete approfondire, scoprendo i posti dove questo straordinario strumento di cambiamento è già in funzione e sta producendo effetti, andate sul sito di CalcioSociale.

Buona lettura!

 

youth workers in Toscana!

 

Cosa sta succedendo sui territori sul tema dello Youth Work e degli Youth Workers? questa è una delle questioni che questo blog vuole trattare.

Ebbene, iniziamo allora con una iniziativa importante che sta partendo in Toscana settimana prossima. Vediamola allora!

GiovaniSì, progetto della Regione Toscana per l’autonomia dei giovani, ha fatto partire un percorso di riflessione sull’operatore di politiche giovanili che ha ribattezzato come Youth Worker. Ci piace questa sottolineatura nel nome, perché significa una connessione forte con i percorsi che a livello europeo esistono già da tempo e su cui in questo blog vi daremo notizia.

Per intanto, prendiamo qualche notizia dal sito di GiovaniSì su questo percorso specifico, in cui saremo presenti con Miguel Belletti come esperto sul livello europeo:

“Il percorso toscano fa parte di un panorama di azioni più ampio, portato avanti a livello nazionale da “cosedafareconigiovani”, gruppo di lavoro nato all’interno di AssociAnimazione e si inserisce nel quadro delle attività di partecipazione che l’Ufficio Giovanisì porta avanti sul territorio.

La riflessione prevede 4 incontri tematici locali e un evento conclusivo a Firenze. Gli incontri territoriali saranno un momento di riflessione su 4 focus in particolare:

  • definire o ridefinire la figura dello Youth Worker;
  • dar emergere e valorizzare le competenze che uno Youth Worker ha e, al contempo, capire quali di queste sono competenze spendibili al di fuori dei contesti tradizionali;
  • indagare quali, fra le nuove professioni emergenti (innovatori sociali, comunicatori...), possiede caratteristiche che possono confluire nella figura di Youth Worker e, viceversa, cosa gli Youth Worker possono apprendere da queste professioni per migliorare il loro lavoro;
  • come uno Youth Worker può essere la figura di supporto nelle fasi di cambiamento della vita di un giovane e quali le conoscenze che deve avere per accompagnare questi processi.

Gli incontri prevedono la partecipazione, oltre ad alcuni componenti del Tavolo Giovani, anche di soggetti che, a vario titolo, interagiscono con il mondo giovanile (Comuni, Centri per l’Impiego, Informagiovani, Terzo settore, Centri di aggregazione).

Ciascun incontro sarà moderato da Nicola Basile – referente di Associanimazione – che si occupa da anni di innovazione sociale e sviluppo del Terzo settore, partecipazione sociale, politiche giovanili, processi collaborativi e sviluppo di comunità, service design e valutazione degli interventi, realizzando servizi e progettualità con diverse cooperative sociali, associazioni e fondazioni principalmente dell’area milanese, vedrà la partecipazione anche di un esperto sul tema trattato o di una buona prassi per facilitare stimolare la discussione.”

Vi faremo sapere come andrà!